Negli ultimi anni, il pane realizzato con grani antichi sta riconquistando le tavole italiane, riscoprendo tradizioni culinarie che affondano le radici nella storia agricola del nostro Paese. In questo articolo esploreremo le caratteristiche di questi grani, le piccole realtà artigianali che li lavorano e l'importanza culturale del ritorno alle radici.
Negli ultimi anni, il pane realizzato con grani antichi sta riconquistando le tavole italiane, riscoprendo tradizioni culinarie che affondano le radici nella storia agricola del nostro Paese. Varietà come il Senatore Cappelli e il Tumminia stanno giocando un ruolo centrale in questo rinascimento, grazie non solo alle loro proprietà organolettiche uniche, ma anche alla crescente attenzione verso metodi di produzione sostenibili e biologici.
In questo articolo esploreremo le caratteristiche di questi grani, le piccole realtà artigianali che li lavorano e l'importanza culturale del ritorno alle radici.
Negli ultimi anni, sempre più persone si sono appassionate al pane realizzato con grani antichi, non solo per il suo sapore autentico e intenso, ma anche per i suoi benefici per la salute.
Questo crescente interesse è alimentato dalla maggiore consapevolezza sull'importanza di un'alimentazione più naturale e sostenibile, che privilegia la qualità degli ingredienti e le antiche tecniche di produzione.
Il grano Senatore Cappelli, introdotto all'inizio del XX secolo dal genetista Nazareno Strampelli, è un grano duro italiano caratterizzato da spighe alte e un gusto particolarmente intenso.
La sua farina viene utilizzata per la produzione di pane rustico e pasta di alta qualità, rinomata per la capacità di mantenere una buona cottura e un sapore deciso. Allo stesso modo, il grano Tumminia, coltivato soprattutto in Sicilia, è la base per il famoso pane nero di Castelvetrano, noto per le sue note tostate di mandorla e malto.
Entrambe le varietà sono apprezzate non solo per il loro gusto autentico, ma anche per il minore impatto ambientale rispetto ai grani moderni.
I grani antichi vengono coltivati con metodi biologici, richiedendo meno pesticidi e fertilizzanti rispetto alle varietà più moderne, il che li rende un’opzione più sostenibile. Inoltre, questi grani hanno una struttura di glutine meno aggressiva, rendendoli più digeribili per alcune persone, un aspetto che ha contribuito alla loro crescente popolarità.
La pasta artigianale realizzata con questi grani vanta una lunga tradizione, come testimoniato dai 500 anni di storia della pasta di Gragnano , simbolo e vanto della tradizione culinaria italiana.
Molti piccoli produttori italiani stanno riscoprendo i grani antichi, adottando metodi di coltivazione tradizionali e a basso impatto ambientale. Dalle campagne toscane fino alle terre siciliane, agricoltori e panificatori artigianali stanno rivalorizzando queste antiche varietà.
In Sicilia, ad esempio, il Tumminia viene macinato a pietra per conservare le sue proprietà nutritive, producendo farine ricche di fibre e minerali, fondamentali per la salute intestinale
Anche in altre regioni italiane, si stanno riscoprendo antichi metodi di produzione del pane. Un esempio significativo è il pane guttiau sardo, una variante del celebre pane carasau, croccante e dal gusto intenso.
Questo pane, simbolo della tradizione culinaria sarda, rappresenta una delle tante delizie locali che continuano a essere apprezzate non solo a livello regionale ma anche nazionale.
Il ritorno ai grani antichi e ai prodotti tradizionali come il pane guttiau non è solo una tendenza gastronomica, ma un vero e proprio movimento culturale. Pane e prodotti da forno realizzati con queste farine stanno diventando simboli di un'Italia che riscopre la propria storia agricola, guardando al futuro con un occhio attento alla sostenibilità e alla salute.