Il suo mix di miele, zucchero, mandorle, noci, arachidi e nocciole incanta la maggior parte dei palati da secoli. Vediamo quali sono le principali varietà
Il torrone si presenta come l'indiscusso vincitore nel dibattito natalizio tra panettone e pandoro. È quel dolce che conquista i palati di tutti, grandi e piccioni. Se siete qui, è perché il torrone vi piace o almeno vi incuriosisce, e non c'è da meravigliarsi!
Le origini del torrone
Il torrone inizialmente non è stato concepito come un dolce natalizio: veniva consumato nel quotidiano. In un contesto più ampio, il torrone si configura come uno dei dolci più antichi al mondo: il mix di miele, zucchero, mandorle, noci, arachidi e nocciole incanta la maggior parte dei palati. Da Paesi Slavi al Medio Oriente, dalla Cina all’India, il torrone, chiamato halva, fa parte tutt’oggi della tradizione dolciaria in molte culture.
La sua diffusione su tutto il territorio italiano suggerisce un'origine romana, sostenuta dai termine "cuppedo" e "copeta". Secondo Varrone, furono i Sanniti a inventare una golosità a base di semi oleosi, albume e miele durante le Guerre sannitiche, anche se alcuni studiosi contestano questa teoria. Un'altra teoria, più accreditata, attribuisce l'introduzione del torrone nel nord Italia dall'imperatore Federico II di Svevia. Con la sua corte culturalmente influenzata dall'arabo, avrebbe portato il torrone dalla Sicilia al nord durante le sue campagne militari.
Etimologia del torrone
Anche qui, sono tante le discussione che si accendono, quando si cerca di trovare un comun denominatore per l’etimologia della parola “torrone”. Per alcuni il nome deriverebbe dal verbo latino che significa ”tostare”, in riferimento alla tostatura delle nocciole e mandorle. D’altra parte, c’è chi sostiene un’origine araba.
Torrone a pasta morbida e torrone a pasta dura
Esistono due principali tipologie di torrone: il torrone a pasta morbida ed il torrone a pasta dura. La distinzione fondamentale tra i due risiede nel tempo di cottura, determinante per la consistenza del dolce.
Il torrone a pasta morbida richiede poche ore di cottura nel forno, risultando tenero. Al contrario, il torrone a pasta dura impiega fino a 12 ore per ottenere una consistenza friabile.
La proporzione tra miele e zuccheri aggiunti conferisce il sapore distintivo. A Tonara, provincia di Nuoro, il torrone viene prodotto esclusivamente con miele, senza l'aggiunta di altri dolcificanti. Questo approccio conferisce un colore avorio distintivo.
Il torrone di Cremona
L'arte del torrone si diffonde in varie versioni lungo la penisola, ciascuna con le proprie caratteristiche. Il celebre torrone di Cremona, ad esempio, si prepara con miele, mandorle, nocciole, zucchero, albumi e ostie, presentando varianti a pasta dura (la cottura può richiedere fino a 10 ore) e morbida (la cottura non supera le 3 ore). Questa variazione determina una maggiore concentrazione d'acqua e una percentuale più elevata di glucosio nel torrone morbido, conferendogli una consistenza più delicata e invitante al palato.
Torrone siciliano
Il torrone siciliano prodotto tradizionalmente a Caltanissetta, noto come "cubbaita", si distingue per l'inclusione del pistacchio di Bronte (di cui abbiamo parlato qui), scorze e frutta candita nell'impasto. La "cubbaita" incarna un'antica ricetta, progenitrice delle molteplici varianti odierna, che incorporano i sapori tipici dell'isola, come il limone, le arance, le noci e le nocciole, fino al sesamo e al cioccolato. Va notato che il torrone siciliano ha conosciuto un ulteriore sviluppo negli anni '70, quando Francesco Condorelli di Belpasso introduce i celebri torroncini che oggi deliziano i palati di chiunque li assaggi.