Un regno di delizie che raccontano la storia e la passione di questa regione meravigliosa
Il Salento, una gemma incastonata nel tacco d'Italia, cattura l'attenzione con la sua bellezza senza tempo e una cultura intrisa di storia e tradizione. Ma c'è un tesoro nascosto che attira l'attenzione degli amanti del dolce: la sua pregiata pasticceria. Tra le magnifiche città barocche e le coste mozzafiato, il Salento offre un regno di dolci e delizie che raccontano la storia e la passione di questa regione. Lasciatevi incantare dalla narrazione di sapori che si fondono con la storia, mentre vi immergete nella magia dei dolci tradizionali del Salento.
Pasticciotto
Tutto ha inizio nel 1745, in una notte di creatività culinaria, quando il pasticciere Nicola Ascalone, originario di Galatina, decide di trasformare gli avanzi di pasta frolla in un dolce che, col senno di poi, diventerà l’icona della pasticceria salentina. Nasce così il Pasticciotto (con la P maiuscola), un dolce a base di pasta frolla che racchiude al suo interno una morbida crema. La nascita del pasticciotto leccese, testimoniata da secoli di evoluzione e reinterpretazione, si intreccia con le vie del tempo e si insinua nel cuore di coloro che lo assaporano, fondendo tradizione e amore per la cucina. Ad oggi, il Pasticciotto rappresenta il vero e proprio simbolo del Salento, l’icona dolciaria del territorio leccese, addirittura reso “santo” per le vie del centro città.
Fruttone
All’interno di questo ventaglio di dolci salentini, il fruttone si erge come il “gemello diverso” del pasticciotto. Simile nella forma ma diverso nel sapore, il fruttone è anch’esso un scrigno di pasta frolla, ma che custodisce una crema alle mandorle e una marmellata di frutta. Una sovrapposizione di sensazioni, dove la dolcezza delle mandorle si fonde con la freschezza de sapore della frutta. Un tocco di cioccolato fondente sulla superficie completa l'opera, regalando quella croccantezza che "scrocchia" sotto i denti, rendendo ogni morso un'esperienza sensoriale unica.
Spumone
Abbiamo poi lo spumone, una sorta di cilindro di gelato avvolto dal morbido pan di spagna inzuppato di liquore o affogato nell’amaro Strega. Si tratta, in sostanza, di un appetitoso dolce estivo a forma di cupola, un tempo riservato ai nobili sui banchetti nuziali o nelle giornate di festa. Nato a Napoli nel XIX secolo, si è diffuso a macchia d’olio in tutto il Sud Italia diventando parte integrante della tradizione dolciaria salentina. Il gusto classico dello Spumone è Nocciola e Cioccolato, con all’interno mandorle tritate, cioccolato fondente in pezzi, caramello e canditi e, ancora oggi, rappresenta il fiore all’occhiello dei dolci del leccese.
Mustazzoli
I mustazzoli sono tipici biscotti salentini, danzano sulle tavole delle feste e delle occasioni speciali. Composti da farina, zucchero, mandorle, limone, cannella, miele ed aromi, incarnano una ricetta tramandata di generazione in generazione ed inebriano l'aria con profumi avvolgenti.
Le Tette delle Monache
Le Tette delle Monache, conosciute anche come Sospiri pugliesi, sono dolci tipici dell'Alta Murgia e di Altamura, bocconcini soffici di pan di spagna con un cuore di crema chantilly. L’origine del bizzarro nome è avvolta da affascinanti ipotesi, leggende e storia, diventando un omaggio a figure mitologiche e una prelibatezza che soddisfa non solo il palato, ma anche la curiosità della storia che porta con sé. Ma, quindi, perchè si chiama così?
La prima ipotesi lega la nascita del dolce in questione ad Altamura (Bari), conosciuto tendenzialmente per il suo rinomato pane. La denominazione deriva, come si può facilmente dedurre, dalla forma che ricorda da vicino il seno di una donna. Ma quale è la ragione del coinvolgimento delle monache? Secondo la tradizione, questo dolce veniva preparato dalle suore del monastero di Santa Chiara ad Altamura. Leggendo il libro "Le Sise de Mòneche" dello studioso Mario Palmerio, emergono tre possibili spiegazioni: la prima sostiene che il nome originale fosse "tre monti," riferendosi alla conformazione montuosa delle zone italiane. Si dice che il poeta Modesto della Porta, osservando le paste particolarmente candido-dorate, esclamasse: "Quanto sono bianche, diritte e appuntite, sembrano proprio 'sise de mòneche'." La seconda, d’altra parte, ipotesi si collega a un'insolita storia di una monaca che aggiungeva stoffa tra i seni per mascherarne la forma, dando spunto all'idea di tre seni. Per concludere, la terza ipotesi, più semplice, afferma che le "sise delle monache" prendono questo nome perché nate dall'ingegno delle monache stesse. Qualsiasi sia la risposta, l'origine avvolta dal mistero aggiunge sicuramente un tocco intrigante a questo dolce particolare.
Copeta
Le feste patronali portano nel Salento un'altra prelibatezza: la copeta. Questo dolce, tipico delle feste popolari, nasconde la ricchezza delle mandorle sotto una glassatura di zucchero. La copeta, dai tratti rustici e autentici, è un inno alle tradizioni e alle materie prime locali. Un assaggio di questa dolcezza vi farà sentire parte integrante delle celebrazioni del posto, tramite sapori genuini.
Zeppole di San Giuseppe
Durante il giorno di festa di San Giuseppe, le zeppole fanno la loro comparsa, portando con sé il calore delle riunioni familiari e la dolcezza delle radici. Queste frittelle, ricoperte di crema al cioccolato o all'amarena, raccontano la storia di Giuseppe, che in Egitto vendeva proprio frittelle per sostenere la sua famiglia. Le zeppole di San Giuseppe rappresentano ancora oggi il simbolo dell'importanza di tenere viva la tradizione familiare, unendola alla gioia di festeggiare insieme.
Purceddrhuzzi
Nel periodo natalizio, le nonne salentine sono solite deliziare la famiglia con autentici capolavori dolciari: i purceddrhuzzi, noti anche come struffoli in altre regioni d'Italia. Queste palline di pasta fritta, ricoperte di miele, canditi e cioccolato, e le cartellate, dolci croccanti, portano con sé la magia delle festività. Sono il risultato di mani esperte che intrecciano la tradizione e il cuore. Sono molto più di semplici dolci: sono il calore della famiglia, la dolcezza dell'amore e l'energia delle feste.
In questo viaggio attraverso la pasticceria salentina, ogni dolce è una finestra aperta sulle tradizioni secolari, un viaggio sensoriale attraverso il tempo e la cultura, un tuffo nella storia e nell'anima di questa regione. Un viaggio attraverso i dolci salentini non è solo un'esperienza culinaria, ma una testimonianza dell'identità e della passione di una terra che celebra la vita in ogni singolo ingredienti che ha a disposizione. Siete pronti ad immergervi in un mondo di tradizioni, famiglia e sapori autentici?
Vabbè così non c'è altra scelta: addio dieta, vado a cercare una pasticceria pugliese