Parliamo di una delle bevande italiane più iconiche che vide un vero boom fino agli anni '90. Oggi è tornata in auge grazie a diversi marchi, anche se la ricetta resta ancora un segreto
Questa è la storia di una bevanda che ancora oggi viene prodotta e commercializzata in tutta Italia, ma che vide il suo massimo apogeo almeno fino agli anni ‘90 (amatissima soprattutto nel periodo estivo sulle spiagge della nostra Penisola) prima dell’arrivo sul mercato dei grandi colossi come CocaCola. Dalla metà degli anni 2000, la Spuma (prodotta oggi in Italia da diversi produttori) è stata riscoperta ed è tornata in auge.
Sulle origini della Spuma ci sono almeno due versioni. Secondo i molti la prima Spuma nasce a Folignano (provincia di Ascoli) grazie all’idea del messo comunale Enrico Paoletti. Siamo nel 1910 quando, gestore di un’osteria a conduzione familiare insieme al padre Luigi, pensa di creare in casa uno stabilimento domestico di bevande gassate. Creata a base di acqua, zucchero, caramello e aromi vari, Enrico Paoletti la presentò all’Esposizione internazionale di Bruxelles nel 1925 dove ottenne la Gran Palma d’onore e la Medaglia d’oro nel campo delle “eaux gazeuses”. A rendere particolarmente riconoscibili le bottiglie in vetro era l’etichetta, dove veniva rappresentata una ragazza in stile pin-up, dal nome di Tina Frizzante, detta FrizzanTina. Un marchio riconoscibile ancora oggi.
Altri invece fanno risalire la nascita della Spuma addirittura ai primi del 1800, quando alcuni artigiani siciliani iniziano a produrre questa bevanda mescolando acqua, zucchero e limone. Veniva poi sottoposta a fermentazione naturale: cioè esposta direttamente al sole affinché si potessero formare in modo naturale le amate “bollicine”.
Diciamo che oggi la Spuma si trova ancora in commercio e resta una bevanda molto amata, soprattutto se consumata fredda. Sono famose soprattutto le spume bionde e quelle nere, che fanno la concorrenza nei bar e nei supermercati a gazzosa, ginger e cedrata.
Si tratta di una bevanda analcolica di colore giallo paglierino che viene realizzata mescolando acqua gassata, zucchero e quantità variabili di caramello, oltre a diversi aromi a seconda del territorio. Diciamo che non esiste una ricetta univoca della Spuma e i produttori non hanno mai rivelato a nessuno i propri segreti. Per esempio la Spumador, tra i marchi storici più noti, nel 1938 inventò la Spuma nera, che somiglia nelle sfumature rossastre e nel gusto amarognolo al chinotto. Di questa ancora oggi non si conoscono le erbe selezionate dall’azienda.
Adesso tra le aziende che producono la spuma ci sono sempre Paoletti e Spumador, ma anche la siciliana Polara, con un soft drink caratterizzato da estratto naturale di radice di rabarbaro, fiori di sambuco, chiodi di garofano, caramello e aromi selezionati. In Toscana troviamo Papini, con la sua bibita preparata con le acque sorgive del Monte Amiata, ma la producono anche aziende mainstreaming come la San Benedetto e birrifici, come per esempio Baladin.
La Spuma è una bevanda analcolica che, sia bionda sia scura, mantiene un fascino retrò. Veniva servita infatti soprattutto nei bar di paese e negli stabilimenti balneari. La Spuma può essere considerata una delle bevande più amate dal Dopoguerra, e anche più iconiche. Una bevanda che ci fa riscoprire, nei fatti, il sapore antico, legato agli anni della sua creazione, facendoci fare un tuffo nel passato più vicino. Permettendoci di assaporare, nostalgicamente, quei periodi, mediante cocktail ed aperitivi che ricalcano, dunque, proprio il trend vintage. Per tale ragione la Spuma sta attirando sempre più persone che amano i sapori di un tempo.