Questo digestivo rappresenta in tutto e per tutto l'isola, si ottiene dalla macerazione delle bacche del mirto e si tramanda da generazioni
Quando si parla di Sardegna, oltre alle sue meravigliose spiagge e alla cultura millenaria, non si può non menzionare il mirto, il liquore simbolo dell’isola. Con il suo gusto intenso e aromatico, questo digestivo rappresenta una delle eccellenze enogastronomiche sarde più apprezzate in Italia e all’estero. Ottenuto dalla macerazione delle bacche di mirto in alcol, è il frutto di un'antica tradizione che si tramanda da generazioni.
Non si tratta solo di una bevanda: il mirto racchiude storia, passione e un forte legame con il territorio. In ogni sorso si ritrovano i profumi della macchia mediterranea e il calore di una cultura che fa dell’ospitalità un valore imprescindibile.
Ancora oggi, nelle case sarde, è comune trovare una bottiglia di mirto, spesso fatto in casa secondo ricette segrete tramandate di famiglia in famiglia. Ma quali sono le origini di questo liquore? Come viene prodotto? E quali sono le sue varianti? Scopriamolo insieme
Il mirto affonda le sue radici nell’antichità. Già noto a Greci e Romani, era considerato una pianta sacra, legata alla dea Afrodite e simbolo di amore e purezza. In Sardegna, la sua trasformazione in liquore ha origini più recenti, risalenti probabilmente al XIX secolo, quando le famiglie iniziarono a produrlo per consumo domestico.
Con il passare del tempo, il mirto è diventato un elemento distintivo dell’enogastronomia locale, tanto da ottenere il riconoscimento di Prodotto Agroalimentare Tradizionale. Oggi viene prodotto sia artigianalmente che a livello industriale, mantenendo comunque le caratteristiche di un prodotto autentico e legato alla terra.
La preparazione del mirto è relativamente semplice ma richiede tempo e attenzione per ottenere un risultato perfetto. Dopo la raccolta delle bacche, che avviene in inverno, queste vengono lasciate macerare in alcol puro per diverse settimane.
Durante questo periodo, gli aromi e i pigmenti si trasferiscono nel liquido, dando origine al caratteristico colore scuro e al profumo intenso.
Una volta completata la macerazione, l’infuso viene filtrato e miscelato con uno sciroppo di acqua e zucchero, regolando così la dolcezza e la gradazione alcolica. Dopo un breve periodo di riposo, il liquore è pronto per essere imbottigliato e gustato.
Non esiste un solo tipo di mirto. La variante più conosciuta è il mirto rosso, ottenuto dalla macerazione delle bacche mature, che conferiscono un gusto deciso e un colore intenso.
Meno diffuso ma altrettanto interessante è il mirto bianco, realizzato con le bacche non pigmentate o con le foglie della pianta. Il risultato è un liquore più delicato, con un sapore meno tannico e un profumo fresco e leggero.
Entrambe le varianti rappresentano perfettamente l’anima della Sardegna, offrendo esperienze di degustazione differenti ma ugualmente autentiche.
Il mirto è più di un semplice liquore: è tradizione, convivialità e territorio. Ogni sorso racconta la storia di un’isola ricca di cultura e natura incontaminata. Servito freddo, è il perfetto digestivo dopo un pasto abbondante, ma può essere anche un ingrediente per cocktail creativi e originali.
Chi visita la Sardegna non può ripartire senza aver assaggiato almeno un bicchiere di mirto, magari accompagnato dai dolci tipici dell’isola. Un piccolo rito che permette di portare con sé un pezzo di questa terra affascinante e selvaggia.