L’origine della storia del cioccolato va contestualizzata nel 4000 a.C., nello specifico nell’America settentrionale, dove la pianta del cacao cresce in maniera spontanea lungo il bacino dell’Orinoco e del Rio delle Amazzoni.
I protagonisti sono i Maya, un popolo antico noto per la loro saggezza, i primi ad cogliere le virtù benefiche e nutritive dell'albero del cacao. Ci troviamo nel 600 d.C., quando viene introdotto nella penisola dello Yucatan. Ma il cacao era molto di più che un semplice nutrimento per i Maya, era una valuta preziosa. Gli Aztechi, i cui destini erano intrecciati con il cacao, si sono spinti ben oltre, basando il loro sistema monetario sulle sacre fave di cacao.
L’effettiva data della scoperta del cacao, per convenzione, è il 30 luglio 1502, quando gli Aztechi incontrano con le caravelle di Cristoforo Colombo. Quando colui che è ricordato per avere scoperto l’america, compie il suo primo passo sull'isola di Guanja, al largo dell'Honduras, viene accolto dagli indigeni con una tazza fumante di xocolatl che, a causa del gusto intenso e audace, non è stato riconosciuto per l’importanza di cui attualmente gode. Il punto di svolta è avvenuto solo pochi anni dopo, quando Hernán Cortéz di ritorno in Spagna dal Messico, porta con sé il tesoro di Montezuma - una sorta di pozione miscelata a base di cacao, farina di mais e spezie, come il peperoncino, un vero e proprio elisir del dio Quetzalcoàtl. Montezuma versa in coppe d’oro il cosiddetto “cibo degli dèi” e offre ai nuovi arrivati il tesoro di Quetzalcoàtl, di cui Cortèz comprende subito il valore economico. In questo momento viene scritta la storia, il cacao diventa leggenda eterna.
Secondo i racconti tramandati pare che l’albero del cacao fosse ritenuto simbolo di fortuna, sia perché i suoi frutti erano delle vere e proprie monete, sia perché da essi si estraeva un succo che dava forza e vigore e veniva consumato dopo i pasti per le sue proprietà nutritive. Sono tutt’oggi diverse le tradizioni legate a questa pianta e ai suoi frutti, spesso associati ai simboli degli dei.
Il cioccolato a Torino
Il ritorno degli esploratori spagnoli dal Nuovo Mondo porta con sé il tesoro del cacao e introduce in Europa l'uso "sistematico" di questo ingrediente paradisiaco. Dalla Francia, i semi di cacao arrivano in Piemonte, una terra che dà i natali a una generazione di maître chocolatier degni di essere ricordati a livello internazionale.
A partire dalla fine del '600, Torino inizia la sua trasformazione in quella che diventerà la capitale italiana del cioccolato. Le origini del cioccolato a Torino risalgono al 1560, un momento storico che vede come protagonista Emanuele Filiberto di Savoia, il quale sceglie di celebrare il trasferimento della capitale ducale da Chambéry a Torino, servendo alla città una deliziosa tazza di cioccolata calda. Da quel momento, il cioccolato diventa una specialità dell'artigianato Made in Italy, dando vita alla professione dei maestri cioccolatieri più competenti. Si tratta di veri e propri architetti dell'arte del cioccolato, creatori di ricette e forme incantevoli per diffondere la magia del cioccolato nell'intero territorio.
Nel ‘700, proprio nella capitale sabauda, emerge il Bicerin, una bevanda ancora richiesta oggi, composta da cacao, caffè e crema di latte che non si deve assolutamente mischiare, per poterne assaporare a pieno l’essenza, di cui abbiamo raccontato la storia qui.
Nel lontano 1865, un'epoca di grande innovazione e passione, nasce il Gianduiotto, il gioiello cioccolatoso che incarna l'anima di Torino. Il suo segreto? La magica nocciola delle Langhe, una prelibatezza unica del Piemonte. Ecco perché la ricetta originale del Gianduiotto è un tesoro ben custodito, riservato esclusivamente al capoluogo piemontese.
Nel panorama dei maestri cioccolatieri italiani, spicca Guido Gobino, considerato uno dei più grandi virtuosi dell'arte del cioccolato. La sua maestria si esprime nella tradizione torinese, con creazioni del calibro del gianduiotto, della crema gianduja da spalmare e del cioccolato nocciolato. Fin dall'inizio, la missione dell'azienda è stata quella di esaltare gli ingredienti del territorio, trasformandoli in autentiche protagoniste delle tavole italiane e non solo. Nel 1985, un nuovo capitolo si apre con l'ingresso di Guido Gobino. Con lui, si assiste all'introduzione di innovativi processi produttivi, mantenendo sempre intatta la sacra tradizione del cioccolato torinese. Le antiche ricette del cioccolato continuano a essere custodite gelosamente nelle produzioni del cioccolato Gobino, mantenendo viva la magia del passato in ogni morso del presente.
Tipologie più popolari
Cioccolato fondente. Dal gusto intenso, si ottiene da una combinazione magica di burro di cacao, pasta di cacao e zucchero. Per essere considerato fondente di alta qualità, la legge stabilisce che deve contenere almeno il 43% di cacao, di cui il 26% è burro di cacao e il 14% è cacao puro. Gli amanti del cioccolato fondente ricercano questo suo gusto a volte amaro, intenso e profondo.
Cioccolato al latte. A differenza del fondente, qui troviamo l'aggiunta di latte in polvere agli ingredienti di base. Il processo di creazione del cioccolato è una vera opera d'arte: si lavora con grande precisione per rimuovere ogni traccia di umidità dalle fave durante la tostatura e il concaggio. È necessario che tutti gli ingredienti siano il più possibile asciutti. La composizione del cioccolato al latte è la seguente: almeno il 30% di cacao secco e sgrassato, almeno il 18% di latte, un totale del 25% di materia grassa, che include il burro di cacao. inoltre, al suo interno troverai almeno il 3,5% di materia grassa derivante dal latte.
Cioccolato bianco. Questo delizioso cioccolato bianco, ideato dal celebre cioccolatiere svizzero Daniel Peter, è principalmente composto da burro di cacao, ingrediente ottenuto dalle fave di cacao.
Cioccolato aromatizzato. L’estero creativo è libero di esprimersi al suo massimo. Agli ingredienti di base del cioccolato vengono aggiunte spezie, fiori, frutta, oli essenziali, dando vita a risultati talvolta memorabili, altre volte audacemente dimenticabili.
Cioccolato Ruby. Si tratta di una varietà dal colore rosa, ottenuta da diverse specie botaniche di alberi di cacao provenienti dalla Costa d’Avorio, dal Brasile e dall’Ecuador. Il suo distintivo colore rosa sarebbe il risultato della lavorazione delle fave di cacao “Ruby".
Cioccolato di Modica. Si ottiene da una lavorazione degli ingredienti a temperature inferiori ai 40 gradi, si distingue per l'uso di zucchero semolato o di canna e cacao precedentemente tostato. Spesso arricchito con spezie e altri ingredienti, mantiene una percentuale di massa di cacao che tende a superare il 65%.
CioccolaTO - la fiera internazionale del cioccolato a Torino
Dal 27 ottobre al 5 novembre 2023, nel cuore pulsante di Torino, in Piazza San Carlo e via Roma prende vita l'evento più goloso dell'anno - Cioccolatò 2023. Le strade del centro storico, le piazze, i quartieri periferici, i locali storici, le pasticcerie e i ristoranti si trasformano in un grande palcoscenico dedicato al cioccolato.
Il tema di quest'anno è "Il cioccolato delle Meraviglie," ispirato all'articolo di Forbes che ha definito Torino come la città delle 7 meraviglie. Gli organizzatori promettono un itinerario incantevole, tra praline scintillanti, tazze di cioccolata fumante, golosi bonbon e croissants particolari (tra le tante, ricordiamo l’amatissimo Cubo della Farmacia del Cambio, i cui dettagli si trovano qui). Un viaggio alla scoperta di laboratori e bar storici che evocano l'antica tradizione del cacao degli Aztechi e dei Maya, ma che grazie all'amore costante degli artigiani, abbracciano un utilizzo più moderno e creativo dell’ingrediente.
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