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Etna e pistacchio di Bronte: un connubio vincente

Lo chiamano "ore verde", un prodotto italiano conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Scopriamo quali sono le sue caratteristiche e le proprietà benefiche sull'organismo

Lucia Cerrato

BRONTE (CATANIA). Nel cuore delle pendici dell'Etna si erge Bronte, un comune ricco per il suo celebre pistacchio e per una storia densa di tradizioni. Questo territorio, prevalentemente della provincia di Catania, ospita il pittoresco centro storico adorato da suggestive viuzze. La leggenda che avvolge il nome di Bronte si lega al ciclope Bronte, fratello di Polifemo, il gigante della mitologia greca, il quale, risiedendo sull'Etna, consentiva ai brontesi la coltivazione del pistacchio, guadagnandosi il loro rispetto.

L’albero del pistacchio

Nella storia di Bronte si intrecciano dominazioni e culture diverse che ha contribuito a creare un patrimonio culturale unico. L'albero del pistacchio ha origini antichissime, le tracce della sua coltivazione risalgono agli antichi ebrei. Tuttavia, la sua presenza in Sicilia è probabilmente il risultato degli scambi favoriti dal Mediterraneo, provenendo principalmente dalla Turchia e dalla Persia. Una volta giunto sull'isola, l'albero del pistacchio ha trovato un ambiente particolarmente propizio nei dintorni di Bronte, alle pendici dell'Etna, che oggi costituisce il suo habitat naturale.
Successivamente, gli Arabi, durante il periodo di dominazione in Sicilia, hanno intensificato la coltivazione del pistacchio. Nasce così il pistacchio di Bronte, il cui prestigio è cresciuto notevolmente nel corso degli anni, insieme alla domanda crescente nella penisola ed oltre. Numeri alla mano: il pistacchio di Bronte costituisce oltre il 90% della produzione italiana e circa il 2% di quella mondiale.

Caratteristiche

Il pistacchio di Bronte si distingue per le sue caratteristiche pregiate, che derivano dal territorio in cui cresce. Il connubio sinergico tra la pianta e il terreno lavico, costantemente fertilizzato dalle ceneri vulcaniche dell'Etna, conferisce al frutto qualità superiori dal punto di vista del gusto e dell'aroma rispetto alla produzione mondiale di pistacchi. Una delle sue peculiarità più rilevanti è il contenuto elevato di clorofilla, che gli conferisce il distintivo colore verde intenso. Il terreno ricco di sostanze minerali, arricchito dalle frequenti colate laviche dell'Etna, contribuisce a un sapore deciso e unico.
Il Pistacchio di Bronte può essere consumato in guscio naturale, comunemente chiamato "a bocca aperta". Va consumato fresco, senza tostatura o salatura.
Dal 2009, il Pistacchio di Bronte ha ottenuto la denominazione di origine protetta (DOP), garantendo specifiche caratteristiche, quali: il colore verde intenso, la forma leggermente allungata e il sapore deciso.

Produzione del pistacchio di Bronte

La raccolta del pistacchio di Bronte avviene alla fine dell'estate, precisamente tra agosto e settembre, con cadenza biennale: un anno si procede con la raccolta, mentre l'anno successivo si eliminano le gemme per tutelare la salute della pianta. Il tutto contribuisce alla sostenibilità e alla vitalità a lungo termine delle coltivazioni.
La coltivazione e produzione del pistacchio rappresentano una fonte cruciale di reddito per gli abitanti di Bronte, che affettuosamente lo chiamano "oro verde" a causa del suo valore commerciale. Nel paese si sviluppa una vasta gamma di prodotti derivati dal pistacchio. Tra questi ricordiamo il pesto di pistacchio, il gelato, i biscotti, la crema e persino il cioccolato.

Proprietà del pistacchio di Bronte

I benefici del consumo di pistacchio di Bronte si riflettono principalmente sul sistema cardiovascolare, contribuendo a contrastare diversi fattori di rischio, inclusi quelli legati al diabete di tipo 2. La composizione dei grassi presenti nei pistacchi, uniti alle fibre, modula la glicemia e mantiene un profilo lipidico equilibrato. Inoltre, i pistacchi sono privi di colesterolo e, in comune con altri semi oleosi, favoriscono la riduzione dello stress e dell’infiammazione.

 

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