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Moco: il legume antico della Liguria è presidio slow food

Il moco è un legume antico della Liguria, recentemente riscoperto e valorizzato grazie all'iniziativa del Presidio Slow Food.

Marta Levo

Il moco è un legume antico della Liguria, recentemente riscoperto e valorizzato grazie all'iniziativa del Presidio Slow Food.

Conosciuto anche come "fagiolo dell'occhio", il moco è un esempio perfetto di come le tradizioni agricole locali possano offrire prodotti di alta qualità , ricchi di storia e cultura.

Il moco ha una storia antica che risale a secoli fa. Coltivato tradizionalmente nelle colline liguri, questo legume era un alimento base per le comunità rurali della regione. Il suo nome deriva dal latino "mocus", che significa "fagiolo piccolo", e la sua coltivazione si è diffusa principalmente nelle province di Savona e Imperia.

Con l'avvento dell'agricoltura industriale e l'introduzione di varietà di legumi più produttive, la coltivazione del moco è diminuita drasticamente, rischiando di scomparire completamente.

Negli ultimi anni, però, grazie all'impegno di agricoltori locali e all'attenzione del movimento Slow Food, il moco è stato riscoperto e reintrodotto nelle colture locali, venendo riconosciuto come Presidio Slow Food.

Il moco è un legume di piccole dimensioni, con una caratteristica macchia nera intorno all'ilo, che gli ha valso il nome di "fagiolo dell'occhio". La pianta è robusta e adatta a crescere in terreni poveri e collinari, tipici della Liguria. La coltivazione del moco segue metodi tradizionali, senza l'uso di pesticidi chimici, garantendo un prodotto naturale e sostenibile.

Il moco è un legume altamente nutritivo. EE ricco di proteine, fibre, vitamine del gruppo B e minerali come ferro, magnesio e potassio. Grazie al suo alto contenuto di fibre, favorisce la digestione e contribuisce a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue, rendendolo un alimento ideale per una dieta equilibrata.

Si tratta di un legume versatile, utilizzato in diverse preparazioni culinarie tradizionali liguri. La sua consistenza cremosa e il sapore delicato lo rendono adatto a numerosi piatti, dai primi ai contorni.

Risulta esser perfetto per zuppe e minestre. Una delle ricette più tradizionali è la "zuppa di moco", preparata con moco, patate, cipolle, carote e aromatizzata con erbe locali come il rosmarino e la salvia. Questa zuppa, nutriente e saporita, è un vero comfort food, ideale per le giornate fredde.

Il moco può essere utilizzato inoltre in insalate fredde,oppure abbinato a verdure fresche, pomodori secchi, olive e condito con olio extravergine di oliva e aceto balsamico. Questa insalata è un piatto leggero ma ricco di sapore, perfetto per l'estate. Come contorno, il moco può essere semplicemente lessato e condito con olio d'oliva, aglio e prezzemolo. Questo piatto semplice esalta il sapore naturale del legume, rendendolo un accompagnamento ideale per carni e pesce.

Il riconoscimento del legume come Presidio Slow Food è fondamentale per la sua tutela e promozione. Il progetto Slow Food mira a preservare le varietà locali di legumi, promuovendo metodi di coltivazione sostenibili e valorizzando le tradizioni culinarie regionali. Attraverso questo presidio, si garantisce la sopravvivenza del moco, supportando i piccoli agricoltori e incentivando la biodiversità.

Il Presidio Slow Food del moco ha un impatto positivo sulle comunità locali, contribuendo alla loro economia e rafforzando il legame con il territorio. Gli agricoltori che coltivano il moco secondo i principi Slow Food ricevono un riconoscimento per il loro lavoro, promuovendo la vendita diretta e i mercati locali. Questo crea un circolo virtuoso che supporta la sostenibilità ambientale e sociale.

Questo legume è simbolo di tradizione, cultura e sostenibilità. Grazie all'iniziativa del Presidio Slow Food, questo antico legume ligure è stato salvato dall'oblio e ad oggi può continuare ad essere apprezzato per le sue eccellenti qualità nutrizionali e culinarie. Incorporarlo nella nostra dieta non solo arricchisce i nostri piatti, ma contribuisce anche a preservare un pezzo importante del patrimonio agricolo italiano.

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