Poco distante da Bologna, a Monte San Pietro, ci siamo immersi in una realtà unica nel suo genere: la Tenuta Montemaggiore. Una proprietà di 16 ettari che è l'esempio concreto di cosa voglia dire coniugare l'amore per la natura e l'interesse per il sociale dei proprietari. Abbiamo parlato con uno di essi, Anna Likhaceva, che ci ha raccontato tutto di questo bellissimo progetto.
Anna, come nasce Tenuta Montemaggiore?
“All'inizio la tenuta era costituita dalla villa padronale, dal fienile con annessa la casa del fattore e, all’ingresso della proprietà, dalla casa del custode. Nel 2013 abbiamo iniziato la ristrutturazione con un recupero conservativo facendo attenzione all’ambiente. Gli interventi sono stati mirati a ridurre quasi a zero l’impatto attraverso elevati standard di risparmio energetico: l’installazione di sistemi di raffrescamento che utilizzano fonti rinnovabili come i pannelli fotovoltaici, il riscaldamento a biomassa legnosa - proveniente dalla potatura degli alberi del bosco della tenuta - e a pallet di nostra produzione, il recupero delle acque piovane, la fito depurazione. Sono alcuni degli interventi più significativi che hanno permesso di portare la Tenuta Montemaggiore ad una Green Life”.
Oggi Tenuta Montemaggiore è azienda agricola sui generis ma non solo...
“Abbiamo avuto l'idea di creare un’azienda agricola con all’interno un progetto sociale, per realizzare un’attività profit non fine a se stessa ma con una funzione sociale. Così abbiamo messo in piedi un'azienda agricola polifunzionale e la cooperativa sociale Future Lab, ovvero un contenitore di progetti, attività e risorse. In entrambi casi, impieghiamo ragazzi provenienti dalle comunità (oggi ne abbiamo tre che sono anche soci della cooperativa) e persone socialmente svantaggiate: il nostro interesse non è volto unicamente al profitto ma anche all’impatto sulla società per il benessere del territorio sul quale operiamo”.
Varcato l’imponente cancello in ferro della Tenuta Montemaggiore, si entra in un paradiso perduto che trasmette agli ospiti la sensazione di aver scoperto un posto unico. All’interno della tenuta si trova villa De-Ram, dal nome degli storici proprietari, in stile bolognese di fine ‘800 caratterizzata da una terrazza invernale che domina un parco secolare. All’interno di Tenuta Montemaggiore si trova il Giardino dei Sapori, un orto estetico che coniuga la coltivazione stagionale degli ortaggi con uno spazio artistico in cui si possono assaporare cibi in completa tranquillità o durante eventi ed esposizioni. Il giardino dei sapori è un’area completamente racchiusa da siepi di leylandii, in uno stile tipico dei giardini francesi dell'800. La cura dell’orto e dei frutti di bosco non prevedono l’utilizzo di nessun fertilizzante farmaceutico, tutto viene lasciato alla cura e al corso della natura e alle mani dei proprietari.
Una delle vostre attività principali è l'apicultura
“Esatto, la tenuta si è subito mostrata un luogo ideale per l’allevamento e la cura delle api, lontana da fonti di inquinamento, immersa in una natura ricca di vegetazione. Per la cura delle api non vengono utilizzati medicinali veterinari come antirparassitari ma solo prodotti fitoterapici. Nelle immediate vicinanze delle arnie abbiamo inoltre coltivato una vasta area con piante di lavanda, oltre 2.500, così da offrire alle api una ricca libagione. La cura e la lavorazione della lavanda sono diventate un’altra attività dell’azienda agricola: la produzione di olio essenziale”.
Il miele che producete quali particolarità presenta?
“Da questa realtà apistica viene lavorato, con tanta integrità e nessuna manipolazione, un miele di bosco che presenta diversi pollini dei nostri boschi, in particolare quelli di rovo, come le more. Ecco quindi un prodotto di altissima qualità. Produciamo poi un miele millefiori primaverile, un misto di acacia e ailanto, una pianta caratterizzata dal profumo e dal sapore leggermente fruttati: in bocca ha il gusto di uva moscata, può ricordare il sapore del tè alla pesca.
E ancora il miele di Ailanto prodotto dalle api che raccolgono il nettare dell’Ailanto, Ailanthus altissima, un albero originario dell’Asia Orientale importato in Europa nel XVIII secolo per l’allevamento del lepidottero Philosamia Cynthia, in un tentativo di produrre la seta. Il miele di bosco invece è un miele autunnale, caratterizzato da un aroma di tipo caldo caramellato e fruttato, di sapore poco dolce, di spettro pollinico con una componente importante di melata e di more.”
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