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L'isola che salvaguarda i prodotti tipici della laguna di Venezia

Una storia incredibile quella di Isola Falconera, salvata dai giovani e diventata un biotopo unico con un chiaro progetto di salvaguardia. Si punta sulla valorizzazione e la sostenibilità ecologica del territorio tramite la promozione dei prodotti tipici locali e un turismo naturalistico

Marta Levo

VENEZIA. Nella bella laguna veneziana sorge una particolare realtà di carattere familiare che con passione e amore custodisce e preserva il patrimonio naturalistico da anni. Stiamo parlando di Isola Falconera. Questa, facendo parte della laguna nord di Venezia, è patrimonio Unesco dal 1987.

Anna Sarzetto, una delle anime di questo progetto, spiega: “Quando mio nonno comprò l’isola nel 1985, mio padre se ne innamorò immediatamente e la rese fin da subito usufruibile. Prima non c’era alcun collegamento. Lui ha dato vita al tutto”. Attualmente la gestione dell’isola è in mano alle figlie Anna e Martina, il compagno di Anna, Andrea, e i genitori delle due ragazze, che come afferma affettuosamente Anna “fanno da scuola a noi più giovani”.

L’Isola Falconera, come tutte le Valli della Laguna, presenta un suo particolare biotopo, con le sue caratteristiche specifiche, risultato di una costante evoluzione. “Quando c’è stata l’acqua grande a Venezia  che ha rotto l’argine - spiega ancora Anna - ci è stata palesata l’esigenza di dover salvaguardare questo luogo. La presenza dell’uomo è necessaria per il preservamento dell’isola. L’argine è una costruzione antropica che ha appunto bisogno dell’uomo e mostra la necessità di una manutenzione”.

Isola Falconera con i suoi 20 ettari di terra e 36 di acqua costituisce un biotopo unico ed è qui che nasce il progetto di salvaguardia, i cui scopi sono la valorizzazione e la sostenibilità ecologica del territorio tramite la promozione dei prodotti tipici locali e un turismo naturalistico.

“Il nostro progetto - aggiunge Anna - si basa sul voler custodire questa realtà dal punto di vista naturalistico. Ne raccogliamo i frutti ma non vogliamo assolutamente trasformarlo. Molti fanno glampling o costruiscono realtà di extra lusso. Noi invece siamo molto attivi e attenti nel voler raccogliere testimonianze della storia e portarle nel presente”.

In questa terra si coltivano i prodotti tipici della Laguna di Venezia con l’intento di conservare, riscoprire e diffondere un patrimonio culturale fatto di colori, sapori e profumi frutto di antiche tradizioni locali. I prodotti si nutrono di acqua e terra ricca di conchiglie e racchiudono il sapore unico del mare. Rispettare i ritmi e le stagioni è l’imperativo chiave. Si segue una sola logica: quella della natura.

Tra i prodotti principali troviamo le castraure, l’asparago verde montina. pomodori e molto altro ancora. In questo luogo magico si pratica da secoli anche l’acquacoltura estensiva, un sistema di allevamento del pesce completamente naturale, che non si avvale di mangimi per cui il pesce si nutre e cresce nel suo habitat naturale. Anna aggiunge che “il polmone dell’isola è il lago. Qui alleviamo celafi, orate, anguille, sogliole, passerini e branzini”. L'acquacoltura estensiva costituisce senz'altro un esempio fondamentale di interazione tra attività umana e conservazione dell'ambiente.

Inoltre è stato anche ripristinato un piccolo vigneto per raccontare la tradizione vinicola della terra. Sull’isola si pratica inoltre l’apicoltura. Arte che viene attuata nell’isola da 400 anni svolgendo un ruolo essenziale per l’intero ecosistema. Le api sono importanti per l’impollinazione dei fiori: raccolgono il polline e lavorano sapientemente il nettare trasformandolo in miele. Il miele che ne viene prodotto, è simile a quello mediterraneo poiché è ricco di iodio. C'è il miele di barena e il millefiori, che hanno un gusto più sapido rispetto ad altre varietà.

Sull’isola si svolgono anche attività legate all'interazione con i visitatori, con opportunità per il turismo sostenibile e l'educazione ambientale. Collaborazioni con guide locali e organizzazioni ambientaliste, permettono di offrire esperienze uniche e coinvolgenti, che mettono in evidenza l'importanza della sostenibilità e della conservazione del patrimonio naturale. Conoscere, studiare e divulgare diventa un’azione necessaria per poter conservare la memoria di questo luogo e portarlo all’attenzione pubblica.

Anna, dopo aver studiato architettura del paesaggio ha scelto di mettere “le mani nella terra” provando grande soddisfazione da questa. “Dalla natura c’è molto da cui imparare” - afferma. Il compagno di Anna, Andrea, ha invece studiato chimica e sulle piante ha potuto specializzarsi. Martina, invece, nutrendo una grande passione per gli animali, in particolar modo per cavalli e asini, si occupa principalmente di questi, rappresentando una condizione essenziale per un’agricoltura sostenibile.

Come aspirazione principale per il team c’è quella di voler “migliorare dal punto di vista energetico , chiudere il cerchio e  riuscire a lavorare in maniera totalmente indipendente per avere tutto a livello di energie e alimenti”.

La storia di Isola Falconera ci dimostra giorno dopo giorno l’amore per la terra e quello per le tradizioni di famiglia da custodire con passione.

Foto tratte dal sito isolafalconera.com

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