CASTEL DE GIUDICE (Isernia). Immagina un tempo in cui un fagiolo possedeva il potere di fertilità e veniva donato alle donne che sognavano di diventare madri. Questo legume prezioso, noto come il "Fagiolo della Levatrice", rischiava di scomparire per sempre, ma grazie all'instancabile impegno di Carmine Valentino Mosesso, titolare dell'azienda agricola DentroTerra, ha ripreso vita e ora brilla nuovamente nella regione del Molise. Una iniziativa che gli è valso il premio Oscar Green - il premio di Coldiretti riservato ai giovani imprenditori che si sono distinti per il loro contributo nel settore agricolo e non solo, coniugando tradizione e occupazione - per la categoria “Custodi d’Italia”.
Circa cinque anni fa, Mosesso decise di ripristinare la coltivazione di questo antico seme, riportandolo all'attenzione del pubblico. Attraverso la sua determinazione, riuscì a recuperare il seme dalle mani dell'ultimo custode, un uomo di nome Marcello, e iniziò a coltivarlo con passione e devozione.
La storia di questo fagiolo è intrisa di tradizione e mistero. Questo legume è giunto in Molise grazie a una levatrice emiliana che donava un sacchetto di questi semi alle donne che desideravano la maternità. Questo atto generoso ha ispirato il nome che ancora oggi porta.
Oggi, l'antico seme della levatrice è catalogato presso la Banca del Germoplasma e rappresenta una rinascita per la coltura e la tradizione di un tempo. Mosesso considera il ripristino di questo fagiolo un'operazione culturale di straordinaria importanza, poiché ha il potenziale per preservare un patrimonio prezioso e un legame profondo con le radici del territorio.
Il Fagiolo della Levatrice è una pianta rampicante, vigorosa e affascinante che può raggiungere altezze considerevoli. Per sostenere la sua crescita, sono necessari pali di sostegno realizzati con legno di nocciolo, creando un quadro suggestivo di vitalità nel campo.
La semina di questo fagiolo è un rituale affascinante che rispecchia la sua storia intrisa di tradizione. Dopo aver arato il terreno con un'aratura particolare chiamata "a fossette", si procede con una semina manuale. Prendendo un pugno di fagioli, circa 4 o 5 o 6, vengono delicatamente depositati nelle fossette preparate. È un gesto che unisce il passato al presente, una connessione profonda con le generazioni che ci hanno preceduto.
Un aspetto affascinante di questa pianta è il suo ciclo breve. Viene seminato all'inizio di maggio e viene raccolto tra agosto e settembre. Mosesso afferma con entusiasmo che queste piante hanno una saggezza superiore a quella degli esseri umani e possiedono una sorprendente capacità di adattamento. “È come se avessero imparato il dialetto della zona” afferma il contadino. Nel corso degli ultimi 80 anni, gli ecotipi locali hanno accumulato una resistenza straordinaria in base al territorio in cui sono cresciuti, come se avessero un’anima propria.
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