Dal vino “Fresco di galera” al “Caffè galeotto”, dal brand di accessori in pelle “Fila Dritto” ai prodotti da forno “Cotti in fragranza”. Sono questi solo alcuni dei prodotti di Economia Carceraria, il progetto voluto dal suo fondatore e amministratore Oscar La Rosa che dal 2018 si è impegnato a raccogliere tutti i prodotti enogastronomici, e non solo, realizzati nelle carceri italiane e venderli attraverso tre canali principali: un sito e-commerce (www.economiacarceraria.com), fiere ed eventi e all'interno del suo pub “Vale la pena” a Roma.
In pochi ancora oggi lo sanno, ma nei penitenziari italiani circa duemila detenuti sono assunti da cooperative e producono veramente di tutto. Per esempio nella casa circondariale di Vicenza è stato realizzato un vero e proprio panificio dove i detenuti creano i prodotti da forno “Libere golosità”, a Ragusa la cooperativa “Sprigioniamo Sapori” realizza coi detenuti torroni ed altri prodotti dolciari, nella casa circondariale di Cremona si lavorano ortaggi e frutta per realizzare i conservati “Rigenera”. L'elenco è molto lungo e si trova veramente di tutto, un patrimonio che Oscar La Rosa ha raccolto sotto il progetto di Economia Carceraria per fare in modo che il consumatore potesse avere accesso più facilmente ai prodotti realizzati nelle carceri italiane.
“Nonostante l’ordinamento penitenziario indichi l’obbligatorietà del diritto al lavoro per i detenuti, tra questi solamente il 30% può accedervi – spiega La Rosa - inoltre tra i 17mila detenuti che lavorano solamente 2mila sono inseriti in un lavoro produttivo alle dipendenze di un datore di lavoro esterno, hanno uno stipendio, versano i contributi e si pagano da soli il mantenimento all'interno del carcere. Quindi si capisce perché acquistare un prodotto di Economia Carceraria sia un gesto di responsabilità sociale che incide fortemente nella vita delle persone. La mia piattaforma nasce proprio con l’obbiettivo primario di favorire l’occupazione e il lavoro tra i detenuti”.
Ogni prodotto che viene realizzato all'interno del carcere, si legge sul sito di Economia Carceraria, è una storia da raccontare ed ascoltare. Ogni cosa prodotta in carcere ha nella sua anima un valore aggiunto, quello del riscatto sociale e della scommessa su se stessi: insomma, è un prodotto di valore e valori.
“La maggior parte dei prodotti di Economia Carceria – spiega La Rosa – viene prodotto da detenuti all'interno delle carceri in collaborazione con cooperative. In alcuni casi, per esempio nella produzione di frutta e verdura, i detenuti in regime di semi libertà escono anche dalle mura carcerarie per lavorare nei terreni. Penso per esempio al progetto "Semi Liberi" della cooperativa sociale agricola O.R.T.O. che svolge buona parte delle sue attività nella casa circondariale di Viterbo, dove opera un’unità produttiva strutturata in serra, campo aperto e oliveto. I ragazzi che lavorano all’interno dell’istituto ricevono formazione continua sia in attività agricole sia vivaistiche. Si tratta di una professionalizzazione che li aiuterà nel momento del reinserimento nella società civile”.
La cosa che colpisce, oltre al numero davvero importante di prodotti “made in carcere”, sono anche i loro nomi accattivanti. A quelli già citati, possiamo aggiungere per esempio il caffè le “Lazzarelle” prodotto nella torrefazione del carcere femminile di Pozzuoli a Napoli insieme anche a tè e infusi. Oppure la “Banda Biscotti” nella casa circondariale di Verbania che produce prodotti da forno. “I nomi non vengono scelti a caso – spiega La Rosa – da un lato puntano a rendere i prodotti attrattivi, dall'altro a far sorridere però in maniera riflessiva pensando a quello che c'è dietro. Per raccontare la storia dell’economia carceraria, dei suoi prodotti e delle persone che hanno contribuito a realizzarli. Per capire che solo generando una domanda di beni ricchi di questo valore comune è possibile continuare ad alimentare un’idea di percorso virtuoso per chi ha sbagliato”.
Economia Carceraria vende online sul sito www.economicarceraria.com, ma spesso in tutta Italia vengono realizzate anche fiere ed eventi. Inoltre a Roma Oscar La Rosa ha creato un pub dedicato interamente al tema. “Nel mio locale di Roma che si chiama “Vale la pena” - conclude - ho deciso di vendere tutti i prodotti fatti in carcere. Si possono visionare a questo indirizzo , dalle birre ai vini, dai dolci agli accessori in pelle, per essere poi acquistati in loco”.
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