CASTELBUONO (Palermo). La manna è un essudato zuccherino costituito principalmente da mannite, acidi organici, acqua, glucosio, fruttosio, mucillagini, resine e composti azotati. Si tratta di una sostanza dolce e resinosa di origine vegetale, che si estrae come gocce o escrescenze sugli alberi, in particolare su quelli della famiglia delle Fraxinus.
La produzione della manna è strettamente concentrata in Sicilia, più precisamente in ristrette superfici del comprensorio Madonita e, in particolare, nei territori di Castelbuono e Pollina, unici due comuni al mondo che si occupano di questa produzione.
Grazie alla sua complessa composizione, la manna ha tante qualità benefiche. La sostanza, infatti, viene utilizzata in ambito farmacologico, nel settore della cosmetica, come dolcificante naturale e, negli ultimi anni, anche nell’alta ristorazione e nella pasticceria.
Dal punto di vista storico, la manna ha avuto un'importanza significativa in diverse culture. Nella Bibbia, ad esempio, viene menzionata come il cibo fornito da Dio agli israeliti durante il loro peregrinare nel deserto. Secondo la leggenda, cadeva dal cielo come una sorta di dono divino.
Tornando alla Sicilia, Emilio Appiano, giovanissimo agricoltore e produttore di manna nel territorio di Castelbuono, ci racconta come è nata la sua attività produttiva.
“Ho deciso di intraprendere questa attività guidato da mio padre Francesco, agronomo, e da mia madre Patrizia, enologa. La passione per l’agricoltura è sempre stata di famiglia, ma l’idea di produrre la manna arriva da me. Nel 2013, dopo un periodo di documentazione, ho deciso di avviare questa attività produttiva che negli anni è cresciuta molto, fino a raggiungere un picco nel 2022”.
Emilio coltiva manna da oltre dieci anni e attualmente la sua azienda si estende per per 14 ettari e produce circa 80 kg di manna all’anno. Il produttore racconta, inoltre, che ama sperimentare e che si sta occupando del recupero varietà, con l’obiettivo di riportare alla luce varietà antiche della manna per la futura creazione di un campo sperimentale.
Il processo di estrazione della manna e molto delicato ed inizia, tendenzialmente, nel mese di giugno con una lenta osservazione della pianta, necessaria per comprendere se la pianta stessa è pronta per l’estrazione della sostanza. Nello specifico, si osservano il colore della foglia, la posizione e la consistenza del terreno.
Verso l’inizio di luglio si procede con le prime incisioni, che vengono fatte dalla base del tronco; si tratta di un’operazione molto delicata che si svolge solitamente al mattino utilizzando un particolarissimo coltello, detto mannaruolo. Si distinguono quattro fasi di incisione fondamentali: la prima deve essere fatta a est dove sorge il sole, la seconda ad ovest dove tramonta, la terza e la quarta a nord e a sud.
La produzione può arrivare fino a 1 kg a singola pianta ma, solitamente, si riesce ad ottenere una quantità di manna di circa 250 grammi, ciò dipende molto dalle condizioni climatiche durante il periodo produttivo. Il clima, infatti, come racconta Emilio, è un fattore che incide fortemente sulla produzione della manna perché il processo d’incisione è molto delicato e anche una leggera pioggia può rovinare l’intero lavoro di mesi.
Dopo l’estrazione, la manna è pronta per il consumo e si configura come una sostanza dolce e agrumata, con sentori di mela e farina. Dopo circa un anno dall’estrazione emerge la complessità di questa sostanza e il prodotto assume sentori di amarostico con particolari note di fermentato.
La produzione dell’azienda a conduzione familiare si estende anche alla coltivazione di vite, zafferano e olivi. Per quanto riguarda la produzione di vino, Emilio Appiano possiede due ettari di terreno in cui coltiva piante di varietà Nerello mascalese e produce un vino rosso che ricorda il Nebbiolo.
La passione familiare, inoltre, guida anche la produzione di zafferano, che deriva dalla presenza di circa 100mila bulbi. Il processo di produzione risulta, anche in questo caso, molto delicato: la raccolta viene fatta a mano e, in seguito, la famiglia di Emilio si occupa della sfioritura togliendo i petali e conservando i tre stigmi rossi, denominati l’oro rosso, che vengono trattati dall’essiccatore professionale.
Infine, Emilio e la sua famiglia si occupano di ovicultura. Gli olivi presenti nel territorio aziendale appartengono alle cultivar Nebba, Crasto, Manza e Biancolilla. Anche in questo caso è fondamentale il lavoro in prima persona di Emilio, che si occupa della potatura invernale e dirige la produzione di prodotti di alta qualità.
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