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Acqua di San Giovanni: un elisir di botanica e spiritualità

L'acqua di San Giovanni è un’antica tradizione che unisce cultura, ritualità e credenze popolari in un’unica pratica.

Lucia Cerrato

L'acqua di San Giovanni è un’antica tradizione che unisce cultura, ritualità e credenze popolari in un’unica pratica. Questo preparato, le cui origini si intrecciano con le celebrazioni del solstizio d'estate e le festività di San Giovanni Battista, ha una storia ricca e affascinante che ci riporta a un tempo in cui i rimedi naturali e le pratiche rituali erano al centro della vita quotidiana.

Il 24 giugno, giorno dedicato a San Giovanni Battista, è da secoli un’occasione speciale per celebrare la connessione tra il sacro e il profano, tra la medicina naturale e le credenze popolari. Questa data, che coincide con il solstizio d'estate, ha una forte carica simbolica e rituale. Gli antichi festeggiavano il sole nel momento del suo massimo splendore e accendevano falò per scacciare spiriti maligni e streghe. Anche nella tradizione cristiana, la figura di San Giovanni Battista ha assunto un ruolo significativo, integrando antichi riti pagani con pratiche religiose.

Il rituale

Il rituale dell'acqua di San Giovanni ha radici profonde che risalgono a millenni fa. Si dice che l'acqua raccolta durante la notte tra il 23 e il 24 giugno, arricchita dai fiori e dalle erbe spontanee, acquisisca particolari proprietà benefiche grazie alla rugiada del mattino. Questo infuso naturale, con la sua preparazione semplice ma ricca di significato, è considerato un elisir che può allontanare influenze negative e favorire il benessere.

Tradizionalmente, l’acqua di San Giovanni era considerata capace di proteggere dalle calamità naturali, come siccità e tempeste, e di purificare da influenze negative. Le erbe e i fiori utilizzati hanno proprietà aromatiche e medicinali che si dicevano amplificate dall’influenza della rugiada. In un’epoca in cui la medicina moderna era ancora lontana, questi rituali offrivano un senso di conforto e speranza.

La preparazione

Ingredienti:

- Acqua, preferibilmente fresca e pulita.

- Fiori ed erbe spontanee: iperico (erba di San Giovanni), lavanda, assenzio, finocchietto selvatico, malva, verbena, rosmarino, rosa, menta, salvia, camomilla, passiflora, sambuco.

Procedimento:

1. Raccolta: Gli ingredienti devono essere raccolti dopo il tramonto del 23 giugno. Questo momento è considerato particolarmente favorevole per assicurare che le erbe e i fiori siano impregnati dell’energia del solstizio.

2. Preparazione: Gli ingredienti raccolti vengono messi in una bacinella colma d’acqua. È importante che l’acqua sia lasciata all’aperto durante tutta la notte per permettere l’assorbimento della rugiada mattutina.

3. Uso: Al mattino del 24 giugno, l’acqua viene utilizzata per lavare mani e viso, portando con sé la freschezza e i presunti poteri protettivi e purificatori della notte solstiziale. La rimanenza dell’acqua non va gettata, ma è tradizione regalarla a un amico o familiare, diffondendo così i benefici del rituale.

Oggi

Oggi, l’acqua di San Giovanni viene preparata e utilizzata principalmente come rito di purificazione e bellezza. Sebbene molte delle antiche credenze siano state in parte dimenticate, la pratica rimane viva nelle tradizioni popolari e nei festeggiamenti del solstizio d’estate. È un modo per riconnettersi con le radici culturali e spirituali, e per celebrare il ciclo della natura con un gesto di semplice eleganza.

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