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Il miele, vero nettare della Basilicata

Ha acquisito rinomanza anche oltre i confini regionali, grazie ai metodi di produzione e alla diversità dei prodotti, tanto da essere soprannominato “oro liquido”. Il cuore della produzione a Ripacandida

Lucia Cerrato

Il miele lucano è considerato il nettare della Basilicata, adatto ad una vasta gamma di ricette. Oggi, ha acquisito rinomanza oltre i confini regionali, grazie ai metodi di produzione e alla diversità dei prodotti, tanto da essere soprannominato “oro liquido”.

Nel 2003 è stato fondato il Consorzio Regionale di Tutela e Valorizzazione del Miele Lucano, al fine di preservare il prodotto, mantenere i processi produttivi naturali e promuovere l'eccellenza oltre i confini nazionali. Con oltre 15 diverse tipologie di miele, distribuite dai monti del Pollino alla costa Ionica, passando per la zona vulcanica del Vulture, il Consorzio ha il suo cuore pulsante nel borgo di Ripacandida, dichiarato "città del miele" grazie al suo Millefiori.

Storia del miele lucano

Pare che gli Egiziani prima, e i Greci poi siano state le civiltà che più di tutte ne hanno fatto un consumo abbondante. Le notizie sull’oro liquido risalgono all’epoca normanno-sveva, grazie ad alcuni ritrovamenti archeologici, i quali testimoniano una tecnica di apicoltura particolare: nicchie scavate sulle pareti di gole naturali, all’interno delle quali alloggiavano le arnie.
Disciplinare produttivo

La produzione di miele in Basilicata costituisce una tradizione millenaria, incorporata nella cucina locale, utilizzato per dolci e piatti salati, come i formaggi. Gli oltre 600 apicoltori lucani hanno votato e sottoscritto un Disciplinare che regola la metodologia di produzione del miele lucano biologico. L’alveare deve essere verticale, a favo mobile con fondo arnia del tipo anti-varroa, sia a conduzione stanziale sia nomade. Sugli alveari, sono ammessi soltanto trattamenti autorizzati preventivi indispensabili per la salvaguardia della colonia apiaria. Non sono ammesse né la nutrizione proteica né l’uso di pollini che non siano di origine locale, mentre per quanto riguarda la raccolta, si effettua solo da favi di melario senza colata o polline, le quali al momento della relativa posa devono risultare vuoti e puliti. Durante il prelievo del miele è severamente vietato usare repellenti o fumo per allontanare le api, che vanno spostate solo con metodologia “apiscampo” o “soffiatore”. Il miele, infine, deve essere estratto attraverso il metodo della centrifugazione ed avere uno specifico grado di umidità. Grazie a queste regole, il miele lucano biologico si conserva a lungo e mantiene al massimo le specificità organolettiche.

Varietà di miele lucano

Si tratta di un prodotto naturale e biologico al 100%. Il miele millefiori, tipico delle zone collinari e montane, è un rimedio efficace per raffreddori e problemi respiratori, con sapore e colore che variano in base alle essenze floreali. Quello chiaro ha un gusto delicato, mentre il più scuro è più deciso e ambrato. Ripacandida, un borgo nel cuore del Vulture Melfese, è il centro della produzione di questo miele, che riflette la ricchezza del terreno vulcanico e della vegetazione spontanea della zona. Il miele d’arancio vanta un profumo che ricorda i fiori di agrumi, raccolto soprattutto nel Metapontino e lungo la costa, è indicato per combattere insonnia e ansia grazie alle proprietà calmanti. Il miele di castagno, dal profumo pungente e aromatico, di colore rosso scuro e aroma persistente, è utile per problemi di circolazione. Il miele di eucalipto, dolce e salato con note di liquirizia, è un ottimo rimedio contro la tosse. Il miele di sulla, incolore o giallo paglierino, tipico della collina materana, è altrettanto pregevole. Infine, il miele di girasole e trifoglio rosso, utili rispettivamente per lo stomaco e i muscoli.
In conformità con il Disciplinare di cui abbiamo parlato prima, la denominazione di origine protetta (D.O.P.) è riservata esclusivamente alle seguenti tipologie di miele uniflorale e multiflorare: Miele lucano millefiori, Miele lucano agrumi, Miele lucano castagno, Miele lucano eucalipto.

Produzione del miele lucano

Il miele biologico della Basilicata segue rigorose modalità di lavorazione al fine di garantire la sua autenticità e qualità. L'estrazione e la preparazione al consumo devono avvenire solo in stabilimenti situati nel territorio lucano. Dopo l'estrazione, è obbligatoria una fase di decantazione spontanea all'interno di contenitori realizzati in acciaio inox. La disapercolatura, ovvero l'asportazione dello strato di cera, deve essere eseguita manualmente. Per l'estrazione sono consentiti solo smelatori centrifughe, mentre il recupero del miele può avvenire per gocciolatura o centrifugazione. Dopo il recupero, il miele lucano passa per una fase di purificazione mediante decantazione e/o l'uso di un filtro a sacco con trama compresa tra 100 e 500 micron. Il prodotto purificato viene poi immagazzinato in recipienti specifici per alimenti con coperchio ermetico, e nel caso di vendita al dettaglio, i contenitori devono essere di vetro. Durante tutto il processo di lavorazione, vengono adottate precauzioni al fine di prevenire la contaminazione del miele con agenti esterni e per evitare l'assorbimento di umidità. La pastorizzazione e la sterilizzazione del prodotto sono vietate, e la temperatura durante la lavorazione non deve superare i 40°C. Per la conservazione, si consiglia di mantenere il miele a una temperatura inferiore ai 25°C.

 

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