Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, a scopi pubblicitari e per migliorare servizi ed esperienza dei lettori. Per maggiori informazioni o negare il consenso, leggi l'informativa privacy. Se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
Mangiare

Come si mangia la pasta ripiena fuori dall'Italia

La fama della pasta ripiena non si ferma al nostro Paese ma arriva ben oltre i confini nazioni per conquistare nuove interpretazioni culinarie. Vediamo quali sono le più conosciute in questo articolo

Lucia Cerrato

Da nord a sud, da est a ovest, i ravioli incantano i palati di tutto il mondo con la loro varietà di forme, ripieni e sapori. Tra le colline del Piemonte, si gustano i ravioli del plin (di cui abbiamo parlato qui), mentre nell'Emilia-Romagna, i tortellini sono protagonisti non solo della cultura regionale ma anche di un progetto di inclusione sociale (di cui abbiamo parlato qui).
Ma la fama della pasta ripiena non si ferma qui: arriva ben oltre i confini nazioni per conquistare nuove interpretazioni culinarie.

I SAMOSA INDIANI

I samosa, deliziosi fagottini ripieni, hanno origini legate all'Impero Mughal dell'India, durante il periodo di dominazione islamica.

In India, la varietà dei samosa riflette la diversità culinaria del paese, con versioni diverse a seconda della regione. Se il ripieno di patate, cipolle e piselli è una costante, le variazioni riguardano soprattutto la forma e l'accompagnamento.

A nord e nel centro, i samosa vengono schiacciati e serviti con una salsa di ceci, yogurt dolce, salsa di tamarindo e coriandolo, accompagnati da vermicelli di farina di ceci fritti. Nel sud, la pasta è più sottile e il garam masala spesso assente, serviti con una salsa di cocco al posto del chutney di menta e coriandolo. Nell'ovest, regione di Niraj, le patate sono tagliate a cubetti e accompagnate da una salsa verde di coriandolo e menta, servite con Masala Chai, tè nero con cardamomo, zenzero, latte e zucchero.

I PIEROGI POLACCHI

I pierogi rappresentano molto più di un semplice piatto tipico della Polonia; sono diventati un'icona gastronomica amata in tutto il mondo.

Le origini esatte dei pierogi sono controverse: varie culture che rivendicano la paternità di questo piatto. Una teoria suggerisce che i Tartari abbiano introdotto una versione primordiale dei pierogi in Polonia nel Medioevo, mentre altri credono che possano essere stati ispirati dai ravioli cinesi jiaozi o portati in Europa dai Romani. Tuttavia, è durante il XIII secolo che i pierogi iniziano a emergere nelle cronache polacche, trasformandosi da piatto per le grandi occasioni a un alimento quotidiano consumato da tutte le classi sociali.

La preparazione dei pierogi è un vero e proprio rito, con la pasta che viene stesa, tagliata e farcita con cura prima di essere sigillata a mano. La cottura iniziale avviene in acqua bollente, seguita da una doratura in padella con burro che crea un contrasto delizioso tra l'esterno croccante e l'interno morbido. Incarnano l'adattabilità della cucina polacca alle influenze esterne e ai cambiamenti dei gusti.

I GYOZA ASIATICI

I gyoza, noti anche come jiaozi, sono un classico della cucina asiatica che ha conquistato il palato di molti in tutto il mondo. Si tratta di ravioli cinesi composti da sottili sfoglie di pasta ripiene di carne, pesce o verdure, comunemente conosciuti con il nome giapponese, gyoza. Tuttavia, è importante notare che i gyoza non sono solo un piatto cinese, ma si trovano anche in altre cucine asiatiche, assumendo nomi diversi a seconda della regione e delle varianti locali.

La leggenda attribuisce l'invenzione dei jiaozi al medico cinese Zhang Zhongjing, spesso paragonato all'Ippocrate cinese per il suo contributo alla medicina tradizionale cinese. Si dice che Zhongjing abbia creato i jiaozi per aiutare le persone che soffrivano di congelamento alle orecchie durante i freddi inverni cinesi. Oggi, i gyoza sono ampiamente apprezzati per la versatilità: possono essere cotti in vari modi, tra cui la classica cottura al vapore, la frittura in padella o il bollito. La loro forma e il loro ripieno possono variare notevolmente a seconda della regione e delle preferenze personali.

Ecco tre tipi di gyoza da conoscere, ciascuno con la propria tecnica di cottura che conferisce loro caratteristiche uniche:

1. Yaki Gyoza: Questi sono i gyoza più conosciuti e amati. I ravioli vengono disposti crudi in una pentola in ghisa o antiaderente con un filo d'olio di sesamo. Dopo aver rosolato la parte inferiore dei ravioli, si aggiunge una piccola quantità di acqua e si copre la pentola. Questa tecnica di cottura mista combina il brasare alla base dei ravioli con la cottura a vapore.

2. Sui Gyoza: In questa variante, i ravioli vengono lessati immergendoli in acqua bollente o brodo, se si desidera dare loro un aroma più intenso. Successivamente vengono serviti asciutti o con un po' del loro brodo di cottura.

3. Age Gyoza: Questi sono i gyoza più "rari" e vengono fritti nell'olio bollente per immersione. Una volta cotti, assomigliano a piccoli panzerotti, con un'esterno dorato e croccante, mentre l'interno della farcia rimane morbido e succoso.

 

Leggi l'articolo completo su Deliziosooo.it