E’ uno degli alcolici più famosi della Toscana, iconico della città di Livorno (famosa anche per il cacciucco), dove è nato per poi farsi conoscere anche al di fuori dei confini regionali: stiamo parlando del ponce, che più propriamente viene detto ponce alla livornese. Anche se a Livorno si beve tutto l’anno, diciamo che il ponce si preferisce nei mesi invernali per la sua capacità di riscaldare e favorire la digestione. Possiamo senza dubbio affermare che il ponce è molto più di un semplice drink e rappresenta un pezzo di storia e cultura livornese (e toscana) che inizia molto tempo fa.
LA STORIA DEL PONCE LIVORNESE
Anche in questo caso ci sono miti e leggende che accompagnano questo alcolico fatto a base di caffè e rum, ma secondo la tradizione sarebbe stato frutto di un incidente di percorso.
Alla metà del Seicento, per promuovere il nuovo porto di Livorno, il Granduca di Toscana lo rese un porto franco, garantendo ai mercanti che vi operavano ogni sorta di esenzione doganale. Così in poco tempo divenne una delle mete principali del mediterraneo. Un giorno attraccò una nave proveniente dai Caraibi dopo una violenta traversata che le permetteva a malapena di galleggiare. Questa nave trasportava caffè e barili di rum che, complice il maltempo, si erano rotti facendo rovesciare il contenuto proprio sulle balle di caffè. Dopo aver venduto il vendibile, il capitano fu costretto a regalare il caffè mischiato al rum ai lavoratori del porto. I pochi fortunati che si erano accaparrati i chicchi al rum ne rimasero entusiasti e, una volta consumata la loro scorta, chiesero ai tavernieri del porto di replicare la bevanda. L’aggiunta invece del limone sarebbe stata successiva e frutto anch’essa del caso, i tavernieri li usavano infatti per sanificare i bicchieri. La fetta veniva infilata sul bordo, cosa che la faceva in qualche modo assomigliare alle vele delle navi che si avvicinavano al porto. Da qui nacque anche la variante del ponce a vela.
L’origine invece del nome della bevanda è controversa. La storia che molti livornesi vi racconteranno è quella legata a Giuseppe Garibaldi e al suo famoso poncho, che aveva portato con sé dopo gli exploit nella guerra civile che portò all’indipendenza dell’Uruguay. Altri invece lo attribuiscono alla folta comunità di mercanti britannici che per secoli hanno vissuto e lavorato a Livorno. Il nome ponce deriverebbe dalla parola “punch”, ovvero una bevanda calda, molto di moda oltremanica a base di tè e acquavite, che gli inglesi erano soliti bere e alla quale si sarebbero ispirati i livornesi per dare il nome alla loro.
COME SI PREPARA IL PONCE ALLA LIVORNESE?
Per fare il ponce servono pochi ingredienti. Si realizza con il rum classico o rum fantasia (una variante del rum che si ottiene da una miscela di alcol, zucchero e caramello aromatizzato al rum). Di solito si utilizza il marchio Vittori, custode di una delle ricette più antiche di Italia.
Per preparare il vero ponce alla livornese servono:
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1 tazza di caffè espresso;
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3 cl di rum o rum fantasia;
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1 cucchiaino di zucchero;
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1 scorza di limone.
Questi ingredienti si mescolano nel “gottino”, un bicchiere di vetro di forma esagonale che viene tipicamente usato per servire il ponce alla livornese.
Per prima cosa bisogna versare lo zucchero, poi inserire la scorza di limone e infine il rum.
Si porta a ebollizione la mistura col vapore della macchina da caffè e quando si iniziano a vedere delle bollicine in superficie, si deve spostare il bicchiere aspettando che lo zucchero si sciolga con il calore del vapore.
A questo punto si prepara un caffè ristretto e si sistema il bicchiere in modo che risulti inclinato sotto il beccuccio della macchinetta, fino a quando la schiuma non avrà raggiunto il bordo.
LE VARIANTI DEL PONCE ALLA LIVORNESE
Del ponce alla livornese esistono anche alcune varianti.
Il ponce torpedine, per esempio, prevede l’aggiunta di un pizzico di peperoncino al caffè; il ponce cognacche, invece, trae il proprio nome dal cognac, anch’esso aggiunto alla ricetta originale.
Poi c’è il cosidetto “mezzo e mezzo”, attributo che sta a indicare sia la presenza del rum sia di un liquore all’anice chiamato “sassolino”.
Esiste anche la versione del ponce separato, dove lo zucchero viene riscaldato a una temperatura elevata e va a creare una crema particolarmente densa che finisce per separare il liquore dal caffè.
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