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Bere

Storia del liquore all'alloro creato a Palermo

Si chiama Dalloro, lo produce Antonio Barone ed è un digestivo che nasce rispettando la lentezza dei cicli naturali, valorizzando gli aromi e le proprietà benefiche dell'alloro. Un liquore versatile che lo rende apprezzato anche nella mixology

Lucia Cerrato

PALERMO. Antonio Barone, un ex esperto informatico con un percorso lavorativo internazionale tra Milano, Marocco, Canada, Brasile, Stati Uniti e Spagna, ha deciso di tornare nella sua Sicilia, più precisamente a Palermo, e dedicarsi alla produzione del Dalloro di Casa Allora, un liquore a base di alloro. La scelta è stata motivata da una serie di considerazioni elaborate negli anni, in primis un desiderio di riscoprire le proprie radici mediterranee e fuggire da una vita rapida e frenetica.

Il Dalloro nasce ispirandosi fortemente all’antica ricetta della mamma e della nonna di Antonio, quella dell'allorino, perfezionato grazie allo studio dello zio, un chimico alimentare astemio. Il prodotto finale è il risultato di un processo produttivo che prevede la raccolta e l'essiccazione delle foglie di alloro, l'infusione e la macerazione a freddo per 45 giorni, la fermentazione in bottiglia per 15 giorni e la temperatura controllata. Si ottiene così un prodotto semplice, non sofisticato, ma dal sapore unico”, spiega Antonio, da cui trasuda il desiderio di un ritorno alla terra e alla semplicità che risale ai tempi degli arabi ed è stato tramandato di generazione in generazione.

L'impianto valoriale dell'azienda si basa su tre pilastri fondamentali. In primo luogo la manualità racchiude al suo interno il concetto più puro di artigianalità, un prodotto fatto a mano lungo tutta la filiera produttiva, dalla raccolta all’imbottigliamento. Il rispetto per l'ambiente e la cura per gli altri si evince dall’impegno a utilizzare un packaging 100% sostenibile, riciclabile, differenziabile e a ricondizionare le bottiglie utilizzate, cercando di essere il meno invasiva possibile. Dietro ad ogni scelta imprenditoriale mi chiedo sempre il perché, il focus è il rispetto per l’ambiente, anche se ad oggi è un termine inflazionato. Cerchiamo di rispettare ciò che riceviamo senza essere invasivi”. Il prodotto nella sua totalità risulta coerente con l'ideale di vita lenta e di attaccamento alla natura. Il terzo punto cardine è rappresentato da un percorso di transizione interiore alla vita lenta, colmo di consapevolezza perché il correre di oggi depersonalizza, rende tristi, vuoti e spaesati. Non intendiamo pigrizia ma consapevolezza, rispetto per gli altri, per le persone attorno e per noi stessi”.

"Casa Allora" è la prima sfida imprenditoriale di Antonio Barone, e rappresenta la sua “creatura”. L'azienda si concentra sulla qualità del prodotto e sullo studio chimico del processo produttivo, cercando di differenziarsi dal mercato, dovendo far fronte ad un costo che tiene conto della manualità e dell’attenzione ossessiva tipica dell'artigiano, delle fonti riciclate e del prodotto 100% differenziabile. Insomma, si aggancia a un trend sentendosene parte integrante.

Il prodotto nasce come dopo-pasto a base di alloro, vantando uno storytelling di stampo mitologico, un’attribuzione mistica trascendentale e medica. Negli ultimi anni, si è diffuso anche nel mondo della mixology, grazie alla sua versatilità. Si tratta, infatti, di un ingrediente capace di imporsi in molti cocktail, dai grandi classici come il Gin Tonic aromatizzato all'alloro e il Vermouth Martini, alle creazioni più sofisticate realizzate ad hoc. Lo stesso Vincenzo Pagliara, incoronato Bartender of the Year alla Diageo World Class, lo utilizza e apprezza.

Sono tanti i locali che hanno scelto di accogliere il prodotto per differenziarsi, spesso utilizzandolo come cocktail finish, anche se il prodotto nasce come uso para-alimentare. Ognuno aggiunge il suo estro creativo per valorizzare il prodotto. Si tratta di un liquore versatile anche per quanto riguarda le pietanze, dal momento che l'azienda ha creato un'essenza che si nebulizza a 45 gradi in purezza senza zucchero. Ad esempio si può usare sul panettone per Natale o sui biscotti aromatizzati, prodotti semplici anch’essi: pochi ingredienti impastati a mano per far esaltare il prodotto. Insomma, la semplicità regna sovrana e vince!

 

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