Quella di oggi è la storia di Massimo Mirabella e del suo gin U’MAURU: un racconto fatto di memorie, coraggio e spinta al cambiamento. Ci troviamo lungo i 19,9 chilometri di costa che uniscono Catania ad Acireale, in Sicilia.
La costa che congiunge le due città è tra le più caratteristiche del paesaggio etneo. Contraddistinta per buona parte da una scarpata naturale che si getta a strapiombo sul mare, offre un panorama davvero mozzafiato, reso ancor più particolare dall’incontro tra i toni scuri della roccia vulcanica e le varie sfumature di azzurro dell’acqua.
Dopo un’esperienza lavorative pluridecennale nel mondo della moda, il protagonista di questa storia nel 2019 sceglie di cambiare strada perché estremamente incuriosito dal mondo del beverages. L’universo del gin è quello che Mirabella va ad esplorare con l’intenzione di trovare una formula tutta nuova. Studia molto il mercato del gin e nasce in lui l’aspirazione di fare qualcosa fuori dal comune. “Durante la pandemia passeggiavo con la mia famiglia lungo la scogliera” dice Massimo “mi ricordo quando ho sentito l’incomparabile odore della salsedine. Se ci penso mi vengono ancora i brividi”.
La mente di Massimo ha iniziato a viaggiare e si è ricordato dei suoi 13-14 anni quando da ragazzino si trovava lungo la costa. Rimembra di quando mangiava insieme agli amici dei tempi una particolare alga filamentosa con l’aggiunta di qualche goccia di succo di limone. Questa alga si chiama Mauro, un’alga callosa che si trova sulle scogliere della Sicilia caratterizzata da un profumo inconfondibile e dal sapore intenso del suo mare. “Questa cresce soltanto dove ci sono sorgenti di acqua pulita” - afferma Massimo.
Conosciuto con il nome scientifico di Chondrachantus teedei, il Mauro, come la maggior parte delle alghe rosse, ha origine marina e predilige i mari caldi. Cresce in abbondanza sugli scogli vulcanici e possiede un alto numero di nutrienti particolarmente benefici per il corpo e per la mente. Per evitare che le sue caratteristiche possano essere in qualche modo alterate, si preleva con le mani e se ne lascia sempre un po’ per farlo rigermogliare. Rosario è il pescatore di fiducia ed esperto conoscitore del mare che da moltissimi anni si occupa di prelevare il Mauro, preservandone la riproduzione ed evitando qualsiasi tipo di intervento invasivo.
Le licenze che ne permettono la raccolta sono in numero assai ristrette e sono concesse solo a professionisti competenti allo scopo di tutelare l’ecosistema e di conseguenza l’alga viene raccolta ad una profondità che varia da mezzo metro a due metri, nel periodo che va da febbraio fino a fine giugno. Dopo la raccolta, viene subito lavorata mediante processi brevettati, in modo da salvaguardarne le peculiarità.
Dopo la raccolta inizia il complicato processo della distillazione, o meglio, di doppia distillazione, perché l’alga è molto delicata. Dopo aver ottenuto la combinazione perfetta Massimo presenta il suo gin ottenendo brevetto per infusione ed ideazione. “Il marchio è registrato in tutto il mondo tranne nei paesi arabi” - aggiunge Massimo.
Questo gin nasce per esser bevuto liscio, ma è molto versatile, poiché può esser usato per base di gin tonic fino ad arrivare alla mixology più estrema.
Il gin che ha il sapore della spuma di mare, ha permesso a Massimo di entrare prepotentemente nel mondo della cucina, infatti attualmente viene usato in rinomati ristoranti della zona. Ci spiega che il suo gin viene ad esempio usato per marinature o per nebulizzare il sushi.
Il Gin in questione ha addirittura vinto il premio spirito autoctono Ampolla d’oro 2023.
Questa storia ci dice di come la tradizione e l’amore per le proprie radici possano rappresentare una spinta di successo per il futuro.
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