MEDA. È strano come un processo nato per separare le sostanze possa mettere insieme tante passioni. Eppure Eugin, il gin “etico” prodotto da Eugenio Belli nella sua distilleria artigianale di Meda in Brianza, è proprio questo. Il risultato di un percorso che parte dalla fascinazione per gli alambicchi e la distillazione artigianale, abbraccia la creatività in cucina e l’attenzione per l’ambiente e fonde determinazione e ricerca.
«Ho cominciato ad addentrarmi dentro il mondo della distillazione - racconta Eugenio, 32 anni - quando ancora studiavo filosofia all’università. Ero rimasto affascinato dal film “Profumo” e avevo iniziato con gli oli essenziali delle piante. Poi ho provato con gli alcolici: ho fatto tante prove e quando ho scoperto il gin ho capito che quello era il terreno giusto nel quale seminare».
Il gin, che molti erroneamente pensano abbia origini inglesi, nasce in Italia, nella Scuola medica salernitana in pieno Medioevo. All’inizio la distillazione di alcol con aggiunta di bacche di ginepro viene utilizzata per produrre farmaci. E solo successivamente si diffonde in tutta Europa come bevanda alcolica.
«Nella mia scelta ha pesato da una parte il fatto che il gin sia il distillato più “innocuo” da produrre in maniera artigianale - prosegue - dall’altra la sua versatilità, cioè la possibilità di giocare con gli aromi. La cucina come forma di creatività è una mia passione da sempre. E il gin è il liquore che più di tutti permette di sperimentare ricette per trovare gusti nuovi. Così, una volta individuato il prodotto giusto, ho deciso di buttarmi in maniera seria nella produzione».
L’impresa di Eugenio Belli comincia con l’acquisto di un alambicco dalla Germania nel 2017. Quasi un anno dopo il macchinario arriva in Brianza, dove viene installato nei locali della distilleria indipendente Eugin (un marchio che richiama il nome del suo creatore, ma che può assumere il significato di “buon gin”). È il maggio 2018 e mancano ancora i permessi per poterlo utilizzare. Arriveranno a novembre ed Eugenio potrà cominciare a produrre il primo lotto: Eugin Numero 7.
«Il mio lavoro da distillatore è cominciato ufficialmente quattro anni fa. Da allora non mi sono più fermato e proseguo in un percorso di ricerca e sperimentazione che per me è davvero avvincente. Si tratta di un campo particolare, abbastanza di nicchia e quindi anche i riferimenti sono pochi. Almeno in Lombardia un esperimento del genere non veniva fatto da almeno quarant’anni e ad oggi, nonostante negli ultimi anni ci sia un certo fermento, di distillerie artigiani in Italia ce ne sono pochissime. Questo significa che il settore offre grandi opportunità, ma anche che il lavoro da fare per crescere è tanto».
Specie se a monte dell’impresa ci sono valori importanti, come quelli che fin dall’inizio contraddistinguono il lavoro di Eugenio. E che hanno portato il suo gin ad essere definito “etico”. «È un’etichetta che ci è stata data e che mi fa molto piacere - spiega ancora - perché descrive bene il tipo l’approccio che portiamo avanti. Il nostro prodotto è ecologicamente sostenibile e quanto più possibile a chilometro zero. Credo che oggi questa sia una scelta obbligata, imprescindibile. Tutti i nostri macchinari utilizzano corrente certificata proveniente da fonti rinnovabili e scegliamo di produrre con il minor impatto ambientale. Selezioniamo gli ingredienti sulla base della prossimità, oltre che della qualità: ginepro, semi di coriandolo, radice di angelica (che sono le basi per la produzione del gin, nda) hanno provenienza italiana».
A questi ultimi ingredienti, poi, ne vengono aggiunti altri a seconda delle diverse ricette. Anche in questo caso si prediligono prodotti di stagione, di qualità e sostenibili. Questo controllo così stretto di tutti i processi è il risultato dell’indipendenza dell’impresa sotto tutti i punti di vista. Nessuna fase di lavorazione, infatti, è delegata all’esterno: ogni bottiglia che esce dal laboratorio è curata scrupolosamente dall’ideazione della ricetta al confezionamento.
Ma la selezione non avviene soltanto per le produzioni che fanno parte della linea Eugin, ma anche su quelle conto terzi. «Una parte del nostro lavoro riguarda le produzioni nostre, che vendiamo attraverso il sito - precisa Eugenio - un’altra, più ridotta, riguarda collaborazioni che facciamo con altri. Riceviamo molte richieste: noi le valutiamo in base all’idea che ci sta dietro più che alla resa, studiamo una ricetta in base alle necessità e produciamo. Il progetto Eugin sta crescendo e cerchiamo di allargare la nostra rete, senza però perdere niente dei valori che ci hanno portato fino a qui. È un percorso complicato, reso ancora più difficile adesso dalla difficoltà di approvvigionamento dei materiali, ma con la passione si supera ogni ostacolo».
Per scoprire i prodotti Eugin è possibile visitare il sito www.eugindistilleria.it. Dalla sezione “Shop”, inoltre, si possono direttamente acquistare.
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