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Bere

Malparâ, la birra che matura in una miniera di talco

Vi raccontiamo la storia di Drolle, birra artigianale montanara, e del suo cavallo di battaglia. Nata dall'idea di Daniele Pascal in Piemonte

Marta Levo

Drolle proviene dalle montagne, la sua acqua è pura e parte del luppolo viene coltivato nel territorio natale. Ci troviamo nel suggestivo territorio di montagna piemontese compreso tra la Val Germanasca e Val Pellice. Stiamo parlando di un progetto nuovo: una birra artigianale montanara al mille per mille.

Si tratta di una beer firm, ossia di una birra con marchio che non ha ancora un impianto di produzione proprio. Daniele Pascal è il protagonista di questa storia fatta di luppolo, passione e grande creatività. “Prima facevo la birra a casa per me e I miei amici da circa 8 – 9 anni. Facendo il grafico come mestiere, ho realizzato un mio marchio e poi ho etichettato, per divertimento e diletto, le mie prime birre. In questi anni sono nate tante ricette diverse”. La sua bravura lo ha portato a creare un marchio personale e a etichettare le sue creazioni, dando vita a una serie di ricette uniche.

Il vero inizio per Drolle è nell’autunno del 2020, durante il lockdown, quando Daniele sceglie di piantare, quasi per gioco e senza particolari speranze, alcune piante da luppolo in un terreno di famiglia. Senza aspettativa alcuna, le piante iniziano a crescere, anche bene, e nell’estate 2021 inizia la raccolta e prende la decisione di fare la cotta.

L'ingresso di Drolle nel mercato della birra artigianale è stato graduale: Daniele inizia a vendere le prime bottiglie in maniera locale per poi spostarsi sull’online, aprendo sito e corrispettivo e-commerce, tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. “Per far conoscere le mie birre rimane sempre importante per me farmi conoscere”- spiega Daniele - e da qui il perchè delle molte partecipazioni  alle fiere. Perciò la sua presenza a eventi nazionali è rimasta un aspetto fondamentale per far conoscere le sue birre al pubblico.

La più interessante risulta essere la birra Malparâ, l’ultima messa in commercio. La cura con cui viene generata è incredibile. Ma cosa rende Malparâ così speciale? La risposta è semplice: il luogo in cui viene maturata.

Daniele racconta che questa particolare birra “matura nelle miniere di talco della Val Germanasca”. Pascal continua a spiegare che “questa tipologia di birra, dopo la prima fermentazione che può durare 20-30 giorni, deve ancora lievitare. C’è chi la mette nelle botti, in cantine o all’interno di fusti dove la lascia maturare per mesi. Io avendo un legame particolare con il mio territorio ho scelto di introdurle nella miniera di talco più pregiata di Europa”. E prosegue spiegando che ha affittato la sua area all’Eco Museo della Val Germanasca.

La temperatura costante, sempre a 12°, e la luce inesistente, tipica della miniera, conferiscono un sapore unico a questa birra ideata da Daniele Pascal. “Sta lì da aprile e ad ottobre verrà estratta”. Si tratta di una birra scura con gradevoli sentori di nocciola tostata, cioccolato e caffè. La complessità dei sapori è accompagnata dalla freschezza di bevuta conferita dall’aggiunta di zenzero. Questa birra si fa cullare dal solo respiro della montagna e questo fa capire il legame intrinseco con la propria terra.

Le altre birre realizzate e messe in commercio da Daniele sono in primis la Lou Loup , una IPA. Si tratta di un biondo intenso e dall’amaro delicato e resinoso, con leggere note agrumate date dal pompelmo e dal mandarino. L’aroma legnoso e l’essenza di aghi di pino ne esaltano il sapore. Si tratta di un birra non filtrata e non pastorizzata.

Dopo il successo territoriale di questa sua prima IPA, Daniele sceglie di uscire con la seconda, a pochissimi mesi di distanza la Blancho, una White IPA. La Blancho è una birra bianca dall’amaro piacevole. L’aroma sa di agrumi e di frutta tropicale, donati da una generosa luppolatura in dry hopping, con il mango protagonista e litchi al seguito. Detiene sfumature floreali e di scorza d’arancia. Nasce con l’acqua fresca di montagna, ma vive di istanti in riva al mare. Anche questa come la precedente è una birra non filtrata e non pastorizzata. La terza birra è la Genè. Dal gusto erbaceo e delicato, è una creazione che si ispira alle birre di fattoria nord europee.

La ricerca del legame con la natura, la tensione verso un ritorno alle scoperta delle origini più autentiche del vivere umano sono le chiavi di lettura del progetto di Daniele che non vuole assolutamente rinunciare allo studio e alla sperimentazione continua.

Ma le sorprese non finiscono qui. Daniele ci informa che nell'autunno di quest'anno ci aspetta una nuova creazione, alimentando la nostra curiosità per ciò che il futuro ha in serbo per il mondo della birra montanara di Drolle. E noi non possiamo fare altro che attendere con impazienza.

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